Ambientamento individuale viene messo in atto solitamente con la
sezione dei lattanti, prevede l’inserimento di un bambino alla volta, ciascuno
con un educatore di riferimento.
Ambientamento in
piccolo gruppo (4-6 bambini) prevede l’inserimento dei bambini in modo
contemporaneo in orari e giorni alterni. È previsto un periodo di tempo di
pausa in modao tale che i bambini possano conoscersi a vicenda. I materiali, i
tempi e gli spazi vengono predisposti dagli educatori.
Questa distinzione vien ampliata dalla riflessione di Borghi
che fa una distinzione tra inserimenti a
goccia, a strati e a pacchetto.
Inserimento a goccia
prevede l’inserimento di uno o due bambini alla volta e una volta terminato con
questi si procede con altri bambini. Questo tipo di inserimento tende a
valorizzare la relazione tra il bambino e l’educatore in modo da rafforzare il
rapporto di fiducia tra essi.
Inserimento a strati si inizia con un gruppetto di bambini e quando
questo ha raggiunto un buon livello di ambientamento si inizia il lavoro con un
altro gruppetto.
Inserimento per
pacchetti si inizia con un gruppetto
di sei , otto bambini alla volta puntando così a privilegiare il rapporto tra i
pari e tra più bambini facendo in modo che giochino tra di loro e si
relazionino il più possibile così da facilitare l’integrazione.
Questo permette
anche ai genitori di conoscersi tra di loro, di confrontarsi e di scambiarsi
opinioni, ansie e paure.
Ambientamento riguarda però, non solo i bambini nuovi ma
anche tutti quei bambini che hanno già frequentato il nido. Infatti a
settembre, quando questi ritornano al nido il più delle volte si trovano in
difficoltà dopo un lungo periodo trascorso a casa.
I comportamenti dei bambini
e bambine, all’ingresso delle strutture per la prima infanzia , sono diversi
tra loro. Infatti, possono esserci bambini che nonostante la fatica di lasciare
il genitore si lasciano consolare o avvicinare fin dal primo momento
dall’educatore, ed altri invece che fanno molta fatica a separarsi dal genitore
e che non sono facilmente consolabili.
Altri bambini invece non sono più di
tanto dispiaciuti da questo distacco ma che nonostante preferiscono stare da
soli e giocare in modo solitario senza relazionarsi con altri coetanei. Nel
caso in cui i bambini presentano grosse difficoltà a staccarsi dai genitori l’intervento
dell’educatore è più complesso e può richiedere tempi più lunghi; quando invece
il bambino si dimostra dispiaciuto e triste nello staccarsi dal genitore ma che
allo stesso tempo ricerca il contatto con l’educatore serve che quest’ultimo
dedichi del tempo solo a quel bambino, anche breve, per far in modo di
rassicurarlo.
Altrettanto importante è cercare di non mettere da parte i
bambini che invece si dimostrano autonomi e tranquilli durante il distacco ma
cercare sempre e comunque di far percepire al bambino l’interesse
dell’educatore ad instaurare una relazione senza fretta e senza gesti eclatanti
che possono far allontanare ulteriormente il bambino.
Nessun commento:
Posta un commento