martedì 8 settembre 2015

...I DIVERSI TIPI DI AMBIENTAMENTO...

Ambientamento individuale  viene messo in atto solitamente con la sezione dei lattanti, prevede l’inserimento di un bambino alla volta, ciascuno con un educatore di riferimento.

Ambientamento in piccolo gruppo (4-6 bambini) prevede l’inserimento dei bambini in modo contemporaneo in orari e giorni alterni. È previsto un periodo di tempo di pausa in modao tale che i bambini possano conoscersi a vicenda. I materiali, i tempi e gli spazi vengono predisposti dagli educatori.
Questa distinzione vien ampliata dalla riflessione di Borghi che fa una distinzione tra inserimenti a goccia, a strati e a pacchetto.

Inserimento a goccia prevede l’inserimento di uno o due bambini alla volta e una volta terminato con questi si procede con altri bambini. Questo tipo di inserimento tende a valorizzare la relazione tra il bambino e l’educatore in modo da rafforzare il rapporto di fiducia tra essi.

Inserimento a strati  si inizia con un gruppetto di bambini e quando questo ha raggiunto un buon livello di ambientamento si inizia il lavoro con un altro gruppetto.

Inserimento per pacchetti  si inizia con un gruppetto di sei , otto bambini alla volta puntando così a privilegiare il rapporto tra i pari e tra più bambini facendo in modo che giochino tra di loro e si relazionino il più possibile così da facilitare l’integrazione. 
Questo permette anche ai genitori di conoscersi tra di loro, di confrontarsi e di scambiarsi opinioni, ansie e paure.


Ambientamento riguarda però, non solo i bambini nuovi ma anche tutti quei bambini che hanno già frequentato il nido. Infatti a settembre, quando questi ritornano al nido il più delle volte si trovano in difficoltà dopo un lungo periodo trascorso a casa. 
I comportamenti dei bambini e bambine, all’ingresso delle strutture per la prima infanzia , sono diversi tra loro. Infatti, possono esserci bambini che nonostante la fatica di lasciare il genitore si lasciano consolare o avvicinare fin dal primo momento dall’educatore, ed altri invece che fanno molta fatica a separarsi dal genitore e che non sono facilmente consolabili. 

Altri bambini invece non sono più di tanto dispiaciuti da questo distacco ma che nonostante preferiscono stare da soli e giocare in modo solitario senza relazionarsi con altri coetanei. Nel caso in cui i bambini presentano grosse difficoltà a staccarsi dai genitori l’intervento dell’educatore è più complesso e può richiedere tempi più lunghi; quando invece il bambino si dimostra dispiaciuto e triste nello staccarsi dal genitore ma che allo stesso tempo ricerca il contatto con l’educatore serve che quest’ultimo dedichi del tempo solo a quel bambino, anche breve, per far in modo di rassicurarlo. 

Altrettanto importante è cercare di non mettere da parte i bambini che invece si dimostrano autonomi e tranquilli durante il distacco ma cercare sempre e comunque di far percepire al bambino l’interesse dell’educatore ad instaurare una relazione senza fretta e senza gesti eclatanti che possono far allontanare ulteriormente il bambino. 

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