lunedì 31 agosto 2015

...COS'E' LA SCHEDA CONOSCITIVA?...

Una buona pratica durante il primo colloquio è quella di far compilare ai genitori una scheda conoscitiva in cui si raccolgono dati di base (cognome e nome del piccolo, residenza, numeri di telefono dei genitori e di altre persone di riferimento) note sulla storia del bambino e su abitudini quotidiane relative alla cura, all’alimentazione, al sonno, a giocattoli e attività preferite, alle amicizie, a eventuali fratelli e sorelle, a nonni e altre persone che di lui si occupano. 
Si richiedono informazioni sui livelli di sviluppo, soprattutto motorio e linguistico e su aspetti organizzativi-gestionali della famiglia in merito a esigenze su modalità e orari dell’ambientamento. 
Tale scheda servirà dunque ad accogliere il sapere dei genitori su quel bambino, il loro sapere intimo, favorire un momento di riflessività nel singolo genitore o nella coppia, trasmettere ai genitori l’interesse delle educatrici verso il loro bambino. 
Venti trenta minuti sono necessari per affrontare un buon colloquio.
L’educatore non si deve dimostrare di aver fretta onde evitare di mettere il genitore nelle condizioni di sentirsi poco accettato. 
I discorsi dovrebbero riguardare la vita del bambino e mai toccare l’intimità della famiglia; evitare confidenze e familiarità, pur manifestando sempre disponibilità e interesse.
La componente ambientale è un altro aspetto strategico pertanto è fondamentale predisporre un ambiente confortevole dove accogliere la coppia di genitori facendo in modo di metterli a proprio agio.
Si tratta infine di saper infondere fiducia attraverso uno stile comunicativo semplice evitando di farsi vedere come giudicatori ma nemmeno troppo alla mano.
Infatti, il genitore non deve maturare l’idea che l’educatrice raccolga delle informazioni che non sa come, da chi, perché, con quale finalità verranno poi usate, come spesso accade nella pratica medica. Dietro ad ogni richiesta di informazioni che viene rivolta ai genitori deve essere esplicitata una motivazione chiara. 
Ad esempio se chiediamo le abitudini del sonno del bambino a casa è perché a scuola è previsto che i bambini del primo anno dormano e gli insegnanti siano attenti a creare continuità fra il ritmo e le modalità del sonno a casa e a scuola. 
Nella scheda conoscitiva non ci deve essere uno stile intrusivo e inquisitorio, sì a domande aperte, a inizi di frase da compilare, a spazi bianchi, perché ogni genitore possa raccontare altro che noi non abbiamo previsto del bambino, di sé. 
No a tante parole o a prole difficili, si a poche parole e chiare, no ad un linguaggio interpretativo, si ad un linguaggio descrittivo.  

(Restiglian E. Progettazione al nido. Teorie e pratiche educative, Carocci. Editore, Roma 2012. Pp 131-135)

sabato 29 agosto 2015

...IL PRIMO COLLOQUIO INDIVIDUALE...

È una pratica di relazione individuale insegnanti-genitori che si realizza in vista dell’ambientamento, è un tempo di ascolto e di parola.
Il senso di questo primo colloqui è quello di costruire un dialogo con le famiglie per favorire la conoscenza iniziale attraverso la raccolta di informazioni sul bambino,la sua storia, le sue relazioni. 
Queste indicazioni consentono di avviare il rapporto a partire da elementi concreti,tenendo conto delle consuetudini di vita e soprattutto di ciò che i genitori vogliono comunicare del figlio. Pertanto questo primo incontro va preparato e sostenuto da una scaletta o da una vera e propria scheda compilata dall’educatore prima dell’incontro. 
Ci sono genitori abituati a parlare e altri molto riservati, altri ancora desiderosi di raccontare qualunque aspetto della vita del piccolo. Con ciascuno di questi, l’educatore cercherà di intessere una relazione efficace e di acquisire informazioni importanti per l’accoglienza del bambino nella struttura. 

venerdì 28 agosto 2015

...CONFRONTARSI AIUTA...

I gruppi di parola o di discussione all’interno della scuola hanno lo scopo di favorire le relazioni di fiducia tra genitori e insegnanti e di sostenere la genitorialità. 
Tramite questi incontri genitori ed educatori hanno modo di conoscersi meglio e pertanto possono aiutarsi reciprocamente a vedere cosa emerge nelle pratiche educative a casa e a scuola per incoraggiare i genitori, aiutarli a rafforzare le loro competenze educative. Sono attività di piccolo gruppo (minimo 8/10, max 20 genitori). Si svolgono prima dell’estate o immediatamente prima dell’inizio dell’ambientamento, o nel corso delle prime settimane. 
La durata media di un incontro non supera le due ore. Gli insegnanti possono scegliere di realizzare un solo incontro, come anche una serie di incontri. Fare almeno un incontro subito dopo la prima riunione informativa. Una struttura minima potrebbe essere di due incontri: ai primi di settembre con un incontro di discussione su cos’è l’ambientamento dei bambini al nido; a novembre un incontro di restituzione ai genitori, magari facendo vedere dei video ripresi durante i giorni dell’ambientamento. L’orario va negoziato con i genitori cercando di andare incontro alle loro esigenze prefissando orari fattibili per tutti per far in modo che ci siano tutti o per lo meno la maggior parte di loro. Inoltre è utile predisporre per tutto il periodo dell’ambientamento di uno spazio per i genitori, appositamente dedicato al loro sostare a scuola in attesa, arredato in modo accogliente e familiare. 

(Un tempo per incontrarsi: pensieri e pratiche per favorire l’ambientamento di bambini e genitori nella scuola dell’infanzia. Milani P. Kite edizioni pp 17-19)

mercoledì 26 agosto 2015

...L'IMPORTANZA DELLA CO-EDUCAZIONE...

Una buona relazione tra genitori e insegnanti è considerata una condizione essenziale per garantire una buona azione educativa.
Entrambe le categorie sono coinvolte nell'importante e prezioso compito di crescere, guidare e istruire i bambini.
Un buon rapporto con l'insegnante è essenziale per l'apprendimento e la crescita del bambino e per la loro tranquillità mentale.
Risulta importante il concetto di co-educazione.
Esso è un processo in cui insegnanti e genitori si rendono pian piano consapevoli che stiamo educando lo stesso bambino.
Co-educare richiede dunque alla scuola di lasciar entrambe concretamente i genitori permettendo così a quest'ultimo di entrare nel mondo in cui il loro piccolo vive durante la loro assenza.
La co-educazione viene favorita da una serie di pratiche come per es: i gruppi di parola, il colloquio individuale.

lunedì 24 agosto 2015

...MAMMA SE TE NE VAI SO CHE POI TORNI...

Un'altra realtà che ho vissuto durante il mio tirocinio è stata, al di là del dispiacere iniziale, da parte del bambino nell'allontanarsi dalla madre col passare dei giorni gradualmente questo sentimento andava ad attenuarsi facendo si che il bambino si dimostrasse più socievole e predisposto al gioco, all'apprendimento e alla conoscenza di altre figure oltre a quelle della madre.









venerdì 21 agosto 2015

...UN PASSAGGIO DELICATO...

Per molti bambini e genitori l'ambientamento rappresenta la prima occasione di ingresso nel mondo, una transizione dal contesto famigliare all'ambiente pubblico per loro ancora del tutto sconosciuto, che comporta non solo la conoscenza e l'adozione di nuovi comportamenti, abitudini e regole, ma un riposizionamento per le mamme e i papà nella rappresentazione del proprio ruolo.
L'ambientamento rappresenta un passaggio delicato. Questo ingresso nel nuovo mondo và quindi sostenuto e preparato, perché al nido non entra soltanto il bambino, entra un bambino con una sua storia che vive in un complesso si relazioni.

(Tratto da "Un tempo per incontrarsi:pensieri e pratiche per favorire l'ambientamento di bambini e genitori nella scuola dell'infanzia. Milani. P. Kite Edizioni")

giovedì 20 agosto 2015

...LA MIA PRIMA ESPERIENZA AL NIDO...

Nel periodo compreso tra luglio e settembre 2014 ho svolto la mia prima esperienza di tirocinio nella "Scuola dell'Infanzia-Nido Integrato Caterina Basso".
All'inizio del mio tirocinio, mi sono inserita come osservatrice-partecipante, affiancando le educatrici, in questo modo i bambini si sono gradualmente abituati alla mia presenza all'interno della struttura.
Ho fin da subito posto la mia attenzione sull'ambientamento. Infatti, durante il tirocinio mi è stata data la possibilità di osservare i diversi momenti dell'ambientamento.
Ho avuto modo di capire che questi momenti di separazione, sono molto importanti sia per i bambini che per i genitori, in quanto non si tratta semplicemente di una separazione temporanea, ma di passare da un contesto intimo ad ambiente sociale dove si incontrano bambini e adulti; l'educatrice in tutto questo deve svolgere un ruolo fondamentale di sostegno e facilitazione, organizzando spazi e materiali idonei in quanto ogni bambino necessita dei suoi tempi essendo unico e diverso dagli altri.